Nightguide intervista Axel Ritt dei Grave Digger

Nightguide intervista Axel Ritt dei Grave Digger

Healed by Metal è il diciottesimo album in studio del gruppo musicale power metal tedesco Grave Digger, pubblicato nel 2017 dalla Napalm Records: il disco è potentissimo e noi di Nightguide abbiamo potuto intervistare il chitarrista di questa band esplosiva.


Ciao Axel, sono Leslie, onorata di intervistarti..innanzitutto vorrei chiederti com'è essere il chitarrista di una band come i Grave Digger?
È molto bello! Questo lavoro mi permette di viaggiare moltissimo e di suonare di fronte a migliaia di persone, che è proprio la ragione della mia scelta di diventare un professionista. Fare il musicista per lavoro è una delle cose che ho sempre desiderato, che amo e che continuerò sempre a fare.
Quali sono stati i maggiori cambiamenti nel sound dei Grave Digger negli ultimi anni?
Nelle nostre performance live siamo diventati più precisi, mentre in studio abbiamo iniziato a spingere molto più nel sound rispetto al passato. Alla fine però si tratta sempre del tipico stile dei Grave Digger e delle sue caratteristiche uniche, che lo distinguono dalle altre band.
Quali sono I tuoi dischi dei Grave Digger preferiti?
Sicuramente “Healed By Metal” e “The Return Of The Reaper”.



Come procede con il tuo lavoro parallelo, quello di produttore delle tue Case discografiche Humbucker Music GmbH e Sovereign Events GmbH?
Abbastanza bene, ma c'è una grossa quantità di lavoro da fare. Ricevo moltissime richieste da band provenienti da tante parti del mondo ma, sfortunatamente, ho delle produzioni in attesa da un anno, perciò mi trovo a dover negare molte richieste. E questo è molto triste per me.
''Healed by Metal'' è il vostro nuovissimo, diciottesimo album. Qual è la vostra ricetta?
Per decenni abbiamo usato la stessa soluzione. Fare un disco dei Grave Digger prevede almeno un anno di tempo, quindi tra concerti e tour, il processo di ideazione e registrazioen da noi usato si ferma e riprende in continuazione.



Quali consigli daresti ai giovanni che vogliono formare una metal band ai giorni d'oggi? Cosa dovrebbero e cosa non dovrebbero fare?
Dovrebbero cercare di trovare la propria sonorità rispetto alle fasi di composizione, di scrittura e di produzione. Se siete un clone di qualcosa che già esiste, forse potreste anche funzionare, ma resterete sempre la copia del progetto di qualcun'altro, restando sempre i terzi, i quarti o al massimo i secondi nella scena.  Basti pensare a quanti cloni die Nightwish e dei quanti Arch Enemy sono attivi oggi. E se una sola di queste copie fosse solo poco migliore degli originali, che succederebbe?
Non dovrebbero dare troppa mano libera ai vari management, anche rispetto alla parte finanziaria, senza assicurarsi un controllo delle proprie spese. Molti dei miei colleghi, anche famosi, si trovano a vivere alla giornata, visto che tutti i ricavi vengono investiti dai loro manager.
Persino i membri dei QUEEN hanno vissuto in piccoli e sporchi appartamenti inglesi mentre avevano all'attivo già 4 dischi e diversi concerti anche sold out. E basta ascoltare il testo di “Death On Two Legs“ tratto dall'album “A Night At The Opera“, per sentire Freddy Mercury parlare del proprio manager.
 
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Finalmente dopo 8 anni di pausa, nel 2018 uscirà il nuovo disco della mia seconda band, i DOMAIN. Il disco è il primo registrato all'interno del mio nuovo studio di registrazione, costruito negli scorsi 12 mesi. Sono molto curioso del risultato!

 

axel ritt, grave digger, interviste, metal band, napalm records

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