Nightguide intervista Francesco Di Bella

Nightguide intervista Francesco Di Bella

Ex frontman del gruppo 24 Grana e da qualche anno protagonista di un percorso solista che lo ha visto pubblicare nel 2014 “Ballads Cafè” e nel 2016 "Nuova Gianturco", Francesco Di Bella ritorna con “'O Diavolo”, il nuovo album di inediti, un disco che si preannuncia di rottura e di innovazione, confermando “'O Cardillo” napoletano come uno tra i migliori esponenti del cantautorato rock d'autore.
 
“'O Diavolo”, titolo che oltre all'intero album dà il nome anche al brano d'apertura, deriva dall'originaria parola greca Διάβολος (diábolos) che include tra i suoi significati innanzitutto quello di “colui che divide”. E in effetti non c'è figura nella storia che divida di più di quella del diavolo; ora spauracchio e capro espiatorio delle malefatte umane, ora fonte di piaceri proibiti e carnali. Il diavolo è probabilmente l'immagine che meglio descrive questa nostra epoca pazza e confusa, fatta di estrema sensualità e al contempo di estremo nichilismo: sensualità intesa come godimento dei piaceri della terra, del cibo, dell'amore, della musica, del vino o dell'arte; nichilismo inteso come rinuncia a qualsiasi valore e responsabilità, in nome del solo piacere.
 
È quest'ultimo forse il volto più temibile del diavolo contemporaneo: il disordine, che con la sua foga e la sua violenza spettacolare ha la capacità di scompigliare le carte, di attrarre la gente nel suo vortice inducendola, spesso, a sostituire la gioia dionisiaca per la vita in gioia distruttiva per le cose materiali, al servizio del consumismo e di chi, dietro le quinte, ha tutto da guadagnarci. In questo gioco all'autoannullamento solo l'amore può salvare: quell'amore tanto idealizzato dalla canzone pop, ma in realtà profondamente ancorato alle cose vive del mondo, come la musica, come il rock, come la vita prima che il diavolo si prendesse tutto.

 
Nightguide. Ciao Francesco. Il tuo nuovo album “O Diavolo” è uscito il 25 ottobre dello scorso anno. Se non vado errato, è il terzo del tuo percorso da solista e celebra i 20 vent'anni di carriera. A distanza di quasi 3 mesi hai avuto un ritorno di come è stato accolto da pubblico e critica?
Francesco Di Bella. Molto bene, sono felice di come stanno andando le cose, oggi è difficile arrivare a tanta gente ma il gradimento è stato ottimo.
Sono molto felice dell'accoglienza del disco.

 
NG. “O Diavolo”, il brano che apre e titola l'album, canta come quelle ballate antiche che raccontano di fantasmi e spauracchi ma con sonorità quasi elettro-rock moderne in un mix molto azzeccato. Da come l'ho inteso io, qui il Diavolo non ha un'accezione puramente cristiana ma lo dipingi più come un dispettoso folletto pagano. Per te chi è il Diavolo descritto in questa canzone?
FDB. Il diavolo è colui che mette zizzania e divide le persone ma è anche lo spirito dionisiaco che alimenta la musica.
per quanto mi riguarda l'ho usato per descrivere l'attualità con il suo edonismo esasperato, ponendo l'accento sulle tante sfumature che esistono tra il bene e il male.

 
NG. Oltre alla title track mi sembra che tutto l'album sia pervaso da un certo misticismo romantico che permea la canzoni a tinte più o meno dark. Cosa ti ha ispirato per questo lavoro? E qual è il brano di quest'album che ti senti più addosso e perché?
FDB. Ci sono molto elementi romantici ispirati da letture come la Bibbia o Dostoevskji ma quello che mi ispira di più è la mia stessa vita e l'idea di mischiarla con la letteratura. Trovare un buon impianto narrativo ti permette anche di esprimere i tuoi sentimenti. Gli elementi autobiografici nelle mie canzoni sono pochi ma sono quelli che mi permettono di darmi un bel pizzicotto mentre scrivo e di inquadrare la realtà.

 
NG. Personalmente il brano che mi ha toccato di più è quello che chiude l'album “Notte senza luna”. Mi hanno colpito le sonorità per certi versi quasi country in alcune parti. Da dove nasce la storia di quest'uomo?
FDB. La chiusura dell'album doveva essere dedicata ad un povero diavolo, un uomo cattivo, un assassino, un suicida, vittima dell'ambiente in cui è cresciuto.
Giusto per ricordarsi che la vita degli altri è difficile giudicare.

 
NG. Dopo l'album hai chiuso il 2018 con una serie di showcase e concerti di presentazione che ti hanno portato in giro per il Paese. Come sono andati? E come vivi i live e il contatto con il pubblico?
FDB. I concerti sono andati tutti bene. Sul palco mi diverto tantissimo e la band è eccezionale, ogni tappa è sempre una grande festa. Trovo che suonare dal vivo le canzoni sia un modo per farle maturare ancora meglio.

 
NG. La tua carriera è cominciata nell'87 e adesso a 46 anni si può dire che ti trovi ad un punto quasi centrale della tua vita. Che somme puoi tirare guardandoti alle spalle, come uomo e come artista?
FDB. Sono felice di aver passato questi anni in compagnia della musica, ora sono padre di due bambini e questo mi rende ancora più soddisfatto.

 
NG. E che orizzonte vedono i tuoi occhi, invece, guardando avanti? Cosa ti piacerebbe realizzare ancora che non hai mai fatto?
FDB. Il mio lavoro riserva sempre molte sorprese,lo trovo divertente proprio per questo motivo. Ad esempio, attualmente, sto lavorando ad una grafic novel ispirata a 'o diavolo ed è una cosa che mi è piaciuta molto.

 
NG. Se dovessi definire cos'è per te la musica in 3 parole quali useresti?
FDB. Passione, spiritualità e amore.

 
NG. Pensando al tuo passato da ascoltatore di musica quali sono i tre album che mai potrebbero mancare nella tua collezione?
FDB. Mi accontenterei di tre raccolte, una di Dylan, una di Bob Marley e una di Lennon.

 
NG. Di solito chiudo con la domanda precedente ma, dato che abbiamo cominciato questa intervista parlando del Diavolo, voglio chiuderla con una domanda extra. Qual è la tua tentazione, quale dei 7 vizi di rappresenta di più?
FDB. Gola.

 
Intervista a cura di Luigi Rizzo.
 
 

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