Nightguide intervista Ara Malikian, il virtuoso violinista che fonde in sè Paganini e  Jimi Hendrix sarà in Italia a dicembre

Nightguide intervista Ara Malikian, il virtuoso violinista che fonde in sè Paganini e Jimi Hendrix sarà in Italia a dicembre

Musica classica che si fonde con il rock and roll, sferzate di punk ed accenni di elettronica. Tra i più brillanti ed espressivi violinisti della scena musicale contemporanea, in grado di combinare la tradizione armena con influenze mediorientali ed europee, con numerosi premi e riconoscimenti alle spalle - tra cui il prestigioso Premio Niccolò Paganini - dopo il grande successo della prima apparizione italiana sul palco del Primo Maggio a Roma ed il successivo 'The Incredible World Tour of Violin' lo scorso anno, torna in Italia per una serie di concerti-performance accompagnato dalla sua band per presentare 'Royal Garage', il nuovo doppio album ricco di collaborazioni con importanti artisti,tra cui quelle con Franco Battiato e con Serj Tankian (System of a Down).

Ara Malikian torna in Italia per le seguenti date:
domenica 1 dicembre 2019 TORINO - TEATRO COLOSSEO
lunedì 2 dicembre 2019 MILANO - BARCLAYS TEATRO NAZIONALE
martedì 3 dicembre 2019 BOLOGNA - EUROPAUDITORIUM
mercoledì 4 dicembre 2019 PADOVA - GRAN TEATRO GEOX
giovedì 5 dicembre 2019 ROMA - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

informazioni su come acquistare i biglietti:
https://aramalikian.com
Ticketone - 892 101 - www.ticketone.it
Ticketmaster - 0844 040 040 - www.ticketmaster.it
Vivaticket - 892 234 - www.ticket.it
www.internationalmusic.it - 059.644688


Ara Malikian presents Royal Garage World Tour


Nightguide. Innanzitutto grazie per aver trovato il tempo di fare due chiacchiere con me, dato che so che sei sempre molto impegnato. Ormai dovresti essere a circa metà del tour europeo. Come sta andando?

Ara Malikian. Figurati! Il tour sta andando davvero molto bene. Siamo in viaggio ininterrottamente da circa un anno e andremo avanti ancora per un altro anno, forse un anno e mezzo.
 
NG. Wow! Deve essere davvero impegnativo portare avanti un tour così lungo!
AM. Si, decisamente! Ma questa è la mia vita e lo faccio con piacere!

NG. Noi ci siamo visti nel 2018 di nuovo qua a Bologna per un altro tuo spettacolo al Teatro Duse. La data che porterai a dicembre al Teatro Europauditorium fa parte sempre dello stesso tour?
AM. No, a dicembre tornerò a Bologna con uno spettacolo diverso, con nuovi brani, nuove storie, nuovi arrangiamenti, metà della band è cambiata, quindi gli spettatori si troveranno davanti qualcosa di totalmente innovativo.

NG. Se volessi dare una piccola anticipazione ai tuoi, cosa potresti dirci?
AM. Chi mi segue già da tempo sa che i miei spettacoli sono sempre molto coinvolgenti e appassionati. Chi non mi conosce ha un buon motivo per farlo perché assisterà a qualcosa di diverso dal solito. Non è un concerto di musica, così come non è un concerto di musica rock. Suoniamo la musica che ci ispira nel modo che ci viene dal cuore e ci rivolgiamo direttamente al cuore dei nostri spettatori. 

NG. Io che ti ho già visto alcune volte mi permetto di correggerti su una cosa. I tuoi spettacoli sono quanto di più rock io abbia visto da tempo. Il tuo modo così forte, fisico e passionale di suonare il violino è la cosa più rock che si possa vedere sul palco di un teatro.
AM. Oh, ti ringrazio davvero. 

NG. Anche in questo concerto manterrai quella tua bellissima caratteristica di parlare e interagire molto con il pubblico?
AM. Certo! Quello fa parte del mio modo di fare le cose e non potrei fare uno spettacolo in cui lo spettatore non si senta coinvolto in prima persona. Cambieranno gli aneddoti che raccontiamo cercando di far divertire il pubblico anche con il mio pessimo italiano.

NG. Non è vero, parli un ottimo italiano e la tua attitudine comica sul palco quando racconti le tue storie di vita è davvero coinvolgente.
AM. Grazie davvero. Spero di essere migliorato con la lingua.

NG. Io credo che proprio l'alternarsi di questi momenti in cui tu fai divertire il pubblico rendendo il tutto molto leggero, per poi portarli in un turbine di emozioni con la tua musica sia proprio il punto di forza dei tuoi spettacoli.
AM. Per me è punto fondamentale delle mie performance parlare con il pubblico, andare in mezzo al pubblico, coinvolgerlo. Non mi piace l'idea che il pubblico faccia solo da spettatore ad uno show senza essere tirato in mezzo al concept di quello show. Mi piace cercare di accorciare sempre quella distanza naturale che c'è tra lo spettatore e l'artista sul palco. Soprattutto quando mi esibisco in teatro o venue grandi, non potrei fare a meno di andare in mezzo al gente per accertarmi che si senta a proprio agio e che si goda lo spettacolo con la sensazione di sentirsi a casa.

NG. Dalla mia personale esperienza posso dire che fai questo egregiamente, anche perché nei tuoi spettacoli metti in gioco tantissimo di te non solo come fatica fisica che usi per suonare ma anche raccontando tantissime cose anche molto intime di momenti davvero difficili della tua vita passata.
AM. Penso che questa cosa sia molto importante come artista. Se tu sei onesto e dai una parte della tua vita in un racconto sincero, onesto, non costruito, credo, sia il modo migliore per veicolare la tua musica verso il pubblico. La musica fluttua sulla sincerità delle mie parole, sono solo io con la mia vita, le mie parole e la mia musica offerte con il cuore aperto e senza alcun timore.

NG. Un'altra cosa che mi è piaciuta molto e che credo in questo momento storico sia davvero un'ottima lezione per tutti, è l'orgoglio con cui tu racconti le tue origini e il tuo percorso di migrante attraverso l'Europa. La tua esperienza non è stata facile e sei quello che spesso si definisce un “figlio del mondo” date le tue origini miste e tutti gli spostamenti che hai dovuto fare.
AM. Esatto! Questo è uno dei messaggi più importanti che voglio condividere con i miei racconti. Io voglio far capire che ho dovuto viaggiare tanto, spostarmi e cambiare molte volte per migliorare la mia vita e fare quello che volevo. E in tutto questo percorso  che ho fatto, con tutte le persone e la musica che ho incontrato sul mio cammino, ho capito che quello che ci deve sempre essere alla base delle nostre vite è il rispetto per il prossimo, non importa quale sia la sua origine, la sua religione o i suoi gusti. Dopo che ho dovuto lasciare la mia terra per vivere in Inghilterra ho provato su di me cosa vuol dire essere discriminato per la propria etnia ed è una cosa terribile. Dovremmo preoccuparci di più di essere dei buoni esseri umani invece di dare così tanta importanza al luogo di origine.

NG. Posso farti una domanda un po' più personale e diretta che non vorrei arrivasse in maniera sbagliata?
AM. Certamente!

NG. Tu sei di origine armena e vieni da Libano, zone dell'Asia dalle quali spesso arrivano rifugiati e migranti in cerca di una vita migliore. Secondo te come mai nei Paesi dell'Occidente ci sono così tanti problemi e discriminazioni quando una persona viene da quei paesi in cerca d'aiuto, e poi si dimentica di essere razzista quando vede una persona della stessa etnia esibirsi su un palco?
AM. Credo che tu abbia centrato il punto già nella domanda. Il vero razzismo che sta pervadendo la nostra società non è nei confronti di questa o quella etnia ma è nei confronti dei poveri. Se tu sei ricco puoi venire da dove ti pare, tutti saranno disposti a chiudere un occhio, ma se sei povero è meglio che te ne rimani a casa tua.

NG. Quello che stiamo dicendo mi ricorda molto la trama di un film che quest'anno ha riscosso molto successo, “Green Book”, in cui Mahershala Ali interpreta Tony Lip in viaggio per il sud razzista degli Stati Uniti per portare con la sua musica un messaggio di apertura. Nel film lui che era ricco poteva fare altre cose che gli altri di colore non potevano fare.
AM. Si l'ho visto. Bellissimo film. La situazione purtroppo è ancora la stessa in molte parti del mondo.

NG. E se posso permettermi di fare un altro paragone cinematografico mi ricordo che l'ultima volta che ti ho visto  a Bologna e hai raccontato alcune parti molto tragiche del percorso di migrante con uno spirito molto leggero e comico, mi hai ricordato l'ironia di Roberto Benigni nel raccontare l'Olocausto ne “La Vita e' Bella”.
AM. Oh cavolo, questo è un grandissimo complimento. “La Vita è Bella” è uno dei miei film preferiti, e mi identifico molto in quel tipo di umorismo e in quella storia. Io credo che l'ironia sia uno dei modo migliori di vivere la vita.

NG. Dato che abbiamo parlato così tanto di film, hai mai pensato di comporre una colonna sonora?
AM. Penso ce sarebbe una bella sfida ma il problema è che adoro stare sul palco e non riesco a fare a meno per lunghi periodi del contatto con il pubblico. Quindi mi ritrovo sempre ad essere molto impegnato e spesso in viaggio e non ho mai troppo tempo per dedicarmi a comporre musica mia. Penso che per dedicarmi ad un regista dovrei prendere un lungo periodo di pausa dai palchi.

NG. Oggi, tra l'altro, ho scoperto anche circa un paio di mesi fa è stato realizzato un documentario di oltre un'ora su di te. Quindi alla fine torniamo sempre al discorso cinematografico.
AM. (ride) Si, però c'è un segreto. Il documentario è stato realizzato da mia moglie Neta Moreno. Questo mi ha aiutato molto a non sentirmi a disagio durante la realizzazione di questo documentario. Lei è stata davvero brava nel realizzarlo e nel tenere a bada il mio ego. (ride)
E adesso il documentario sta girando un sacco di festival ed è attualmente nelle sale in Spagna e sta andando molto bene.

NG. Cosa rappresenta in questo momento la Musica nella tua vita, descrivendola in 3 parole?
AM. Felicità, sentimenti, rispetto.

NG. E pensando al tuo percorso quali sono i 3 album che più ti hanno influenzato e che mai potrebbero mancare nella tua collezione?
AM. Non so dirti album ma di sicuro posso dirti che i tre artisti che più mi hanno influenzato sono Bach, Paganini e Miles Davis.

Intervista a cura di Luigi Rizzo.
 
 
 

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