Nightguide intervista I Fiori di Mandy

Nightguide intervista I Fiori di Mandy

Dopo un'anteprima streaming in esclusiva su RockON esce il secondo EP ufficiale de I Fiori di Mandy“Carne”. Scritto fra il 2016 e il 2017, “Carne” segue l'uscita di “Radici” (del 2017), come fosse la seconda parte di un racconto iniziato dalla nascita della band ad oggi. I brani de I Fiori di Mandy si contraddistinguono per la loro visceralità e ruvidezza, sia sul piano prettamente musicale che su quello testuale.
Registrato da Christian Mandas e Mattia Cuccu presso gli studi nel garage di Cuccu, a Sinnai (CA), “Carne” è un EP di alternative rock sputato in faccia con veemenza, registrato in presa diretta senza metronomo per restituire al pubblico l'attitudine live della band.
I Fiori di Mandy sono una formazione alternative rock originaria di Oristano formata da Edoardo Mantega (voce e chitarra), Luigi Frau (basso) e Raffaele Mura (batteria).
Nati nel 2016 dall'incontro di Luigi e Edoardo (già insieme in altre formazioni) con Raffaele, il trio inizia da subito a comporre brani inediti.
Intanto, all'attività in studio affiancano quella live, fra cui ricordiamo la partecipazione al festival Rockas 2016, la presentazione live di “Radici” al Fabrik di Cagliari e la vittoria al contest “Rock in contea”.
Dopo un solo mese di prove il trio dà vita all'EP d'esordio “Radici” (registrato al Sinis Wave Studio di Andrea Cutri e mixato da Cristian Mandas).
L'EP (composto da 3 brani, “Afrodite”, “Jourande” e l'omonima “Radici”, di cui vengono realizzati per tutti dei videoclip) riceve ottimi pareri dalle riviste di settore fra cui RockGarage, IndiePerCui e Micsugliando.
 
Li abbiamo intervistati.
 
Ciao ragazzi, come nasce il vostro nuovo ep “Carne”?
 
Nasce un sacco di tempo fa, ormai; o, almeno, a noi sembra tantissimo. Lo registrammo nel dicembre del 2016. Noi, formati nel marzo del 2016, avevamo alle spalle un po' di live e la registrazione del primo EP, “Radici”. Quando entrammo in studio avevamo le idee abbastanza chiare ed eravamo supportati dai nostri amati fonici Christian e Mattia, che ci hanno aiutato nelle registrazioni e nella scelta dei suoni. In due settimane di studio circa abbiamo ultimato tutte le take e poi è iniziata la parte più faticosa di mixing e mastering, che ci ha impegnati per più di un anno.
 
Come mai questo titolo?
 
Il titolo vuole ricollegarsi al significato della copertina, ma in sé ci piace sottolineare come la natura istintiva, viscerale, dei brani dell'EP possa ripresentarsi anche nell'immagine della “carne” nelle sue varie forme.
 
Ce ne spiegate la copertina?
 
La copertina rappresenta il viso di un soldato tedesco nella seconda guerra mondiale, immobile, quasi inumano, dati i colori e l'espressione. In dettaglio, però, dall'orecchio fuoriesce del sangue che, paradossalmente, ricrea vita e, appunto, “Carne”, nel personaggio. Ci teniamo tanto a ringraziare Tonino Mattu, pittore oristanese che ha realizzato il disegno e con cui siamo felici di collaborare.
 
Quanto siete cambiati rispetto ai tempi di “Radici”?
 
Effettivamente le registrazioni di “Carne” appartengono al nostro primo momento artistico: i brani di entrambi gli EP infatti risalgono ad un periodo di composizione molto vicino, pochi mesi dopo la nostra formazione. Ora ci sentiamo cambiati parecchio rispetto a “Radici”, sia in intenzione che in conseguente sound, anche se ciò magari è ancora poco percepibile in “Carne”.
 
Come nascono i vostri pezzi, generalmente?
 
La maggior parte dei nostri pezzi nasce dai testi di Edoardo. Di solito lui arriva in sala con il testo e qualche idea alla chitarra che poi sviluppiamo tutti insieme. Esistono, ovviamente, le eccezioni, dove prima creiamo musica e poi si pensa a quali parole utilizzare.
 
I 3 dischi del vostro cuore?
 
Se dovessimo pensare a 3 dischi comuni tra di noi e fondamentali nella nostra formazione citerei “Ko de mondo” dei C.S.I., “Crêuza de mä” di De André, “Bufalo Bill” di De Gregori.
 
Avete rilasciato un singolo per cui avete girato anche un videoclip: “Invadere”.
Come è nata l'idea del video?
 
Abbiamo affidato il nostro disco a Simone Cireddu, regista con cui abbiamo il piacere di collaborare da svariato tempo. È stato lui a decidere su quale brano basare il suo videoclip: l'idea del video è completamente sua, ha deciso di riprendere le reazioni spontanee di un bambino ai primi ascolti del brano.
_
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Attualmente abbiamo lanciato una campagna di crowfunding su Musicraiser per organizzare un tour che ci porti anche fuori dalla Sardegna. Contiamo anche di tornare in studio per registrare qualcosa di nuovo, virando anche un po' sul sound.

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